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1. Vi scrivo in queste ore da Kiev. Con Carlo Calenda abbiamo deciso di venire in Ucraina, a testimoniare la nostra vicinanza, ad incontrare istituzioni e rappresentanti della società civile, in occasione del secondo anniversario dall’inizio della guerra di aggressione russa. Putin l’aveva annunciata come una operazione lampo, sono trascorsi 24 mesi. La resistenza ucraina si è scoperta molto più forte di quanto si aspettavano a Mosca.
È una guerra spietata, dove ad essere colpiti sono principalmente obiettivi civili non militari, le città e non il fronte. È una scelta intenzionale di Putin che vuole piegare il popolo ucraino alla resa.
Siamo partiti giovedì da Przemyslm, in Polonia, per arrivare venerdì mattina a Kiev. Immagini dolorose, di una popolazione in continuo lutto ma che non rinuncia a combattere per la propria libertà.

2. Qualche giorno fa, abbiamo avuto la riprova di cosa vuol dire il regime russo di Putin. Navalny è solo l’ultima, in ordine temporale, di una lunga serie di vittime. Oppositori o voci libere che puntualmente vengono isolate, perseguitate, uccise. Abbiamo promosso una fiaccolata a Roma (qui per rivedere le foto) in memoria di Navalny e a sostegno della libertà. Hanno partecipato tante persone, di tutti i partiti, senza alcuna bandiera.
Ne ho parlato anche qui a Rainews24.

3. Il contesto internazionale è in costante evoluzione. Quello che sta accadendo a Gaza in queste settimane non può lasciare indifferenti.
Nessuno mette in dubbio il diritto di Israele a difendersi, tutti condividiamo la ferma condanna al violento atto terroristico del 7 ottobre e alle altre intimidazioni che Hamas continua a perpetrare. Ma ci deve essere una maggiore attenzione alla popolazione civile palestinese: gli oltre 25 mila morti sono un numero spaventoso, anche perché nella maggior parte sono donne e bambini. Ne ho parlato qui in aula alla Camera discutendo delle mozioni sul Medio Oriente.

4. L’Unione europea ha dato il via libera alla nuova missione navale Aspides nel Mar Rosso. Al largo delle coste dello Yemen, sono aumentati in queste settimane gli attacchi terroristici dei riballi Houthi ai danni delle navi mercantili in transito. Non solo quelle israeliane, ma tutte le navi cargo occidentali dirette al Canale di Suez.
Quella è un’area cruciale per i commerci internazionali, in particolare quelli che collegano l’Europa con il sudest asiatico. Uno dei collegamenti più importanti a livello globale e che interessa in modo particolare il nostro Paese, perché ha come punto di arrivo e di partenza i porti del Mediterraneo. Costringere le compagnie a circumnavigare l’Africa, non solo allunga i tempi e accresce i costi di trasporto, ma penalizza i nostri scali che risultano completamente tagliati dalle nuove rotte commerciali.

5. Tornando alle questioni italiane, assieme ad Elena Bonetti siamo stati in Abruzzo (a Chieti e a L’Aquila) a sostenere la nostra lista di Azione alle prossime elezioni regionali. Abbiamo scelto un candidato presidente, Luciano D’Amico, ed un progetto molto forti, in grado di recuperare i ritardi e le occasioni perse in questi anni.
A Forlì, abbiamo dato il benvenuto nell’associazione PER a Sara Samorì, consigliera comunale civica ed ex assessore comunale, che conosco e apprezzo da anni. Un ulteriore segnale di quanto la nostra associazione si stia allargando e radicando sul territorio.

6. Di europee, terzo mandato ai sindaci, voto fuori sede ho parlato in queste interviste a Fanpage e a Radio Radicale.

 

23 febbraio 2024. Un momento di lutto a Kiev