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1. Giorgia Meloni ha fatto bene a convocare le opposizioni. È chiaro che c’è un problema gigantesco in questo Paese che sono i salari bassi, e mettere tutti intorno ad un tavolo per provare a trovare una soluzione è stata una scelta intelligente.
In politica non accade spesso che il governo risponda così ad una richiesta di confronto dalle opposizioni, e non darne positivamente atto mi sembra sbagliato.
Anche perché i salari non sono bassi da qualche mese, sono bassi da tempo, troppo tempo. E la politica di scontrarsi sulle non soluzioni non metterà in tasca un euro agli italiani. Meloni ha chiesto 60 giorni per fare delle proposte, nell’altra legislatura sono passati 60 mesi senza fare una legge sul salario minimo, io questi 60 giorni li considero ragionevoli.
Nel merito poi io penso che ci vuole un mix di provvedimenti, a cominciare dall’abbassare il costo del lavoro, dall’aiutare la competitività delle nostre aziende, dal coinvolgere fino in fondo nella contrattazione le parti sociali: non è solo questione di definire un importo minimo orario; serve, e penso debbano farlo le parti sociali, ma non basta. Però almeno iniziamo. E chi ha a cuore la necessità di trovare soluzioni a quel tavolo deve starci con spirito costruttivo e senza ideologia.

 

2. In Niger, dove c’è anche un contingente dei nostri militari, la situazione appare sempre più complicata. Il colpo di Stato di fatto viene protetto dai Paesi confinanti governati da dittature militari sostenute dalla Wagner, che nonostante tutto resta un braccio operativo di Putin. L’opzione di un intervento militare per ristabilire il governo legittimo da parte della Nigeria e dagli altri paesi dell’Ecowas per il momento sembra congelata (per fortuna). Resta il fatto che l’assenza di una forte politica europea in tutta la regione, appaltando di fatto alla Francia la gestione, ha prodotto gravi danni. Li stiamo pagando. Errore da non ripetere più.

 

3. Continuano, sì, perché il termine giusto è continuano le morti in carcere. Oltre 40 suicidi dall’inizio dell’anno. 2 nel carcere femminile di Torino in questi giorni e uno a Rossano, in Calabria, oggi Servono misure alternative alla carcerazione quando ci sono le condizioni, ma serve anche una miglior vivibilità all’interno delle strutture, per agenti, personale e detenuti.
Servono più soldi, inutile nasconderlo, per più personale (ho visitato parecchi carceri e vi assicuro che è ridotto all’osso) e più servizi rivolti al reinserimento. E una delle prime cose che suggerisco al Ministro Nordio di fare è di lavorare sugli accordi internazionali per mandare nel Paese di provenienza a scontare la pena le migliaia di immigrati che abbiamo nei nostri carceri.

 

4. So che sparare sulle banche e le assicurazioni fa guadagnare applausi, ma quanta inutile e pericolosa demagogia nel provvedimento sulle banche! Scritto male, corretto e ricorretto, poco efficace e soprattutto un precedente per dire che quando un settore economico va bene si costruisce una tassa ad hoc. Diciamo tutto tranne che libero mercato, riformismo e protezione del consumatore.

 

5. Accanto a chi sta combattendo la Russia in Ucraina per difendere il proprio Paese, c’è chi lo fa accogliendo tante famiglie in fuga dalla guerra e ribellandosi ad ogni forma di intimidazione. È il caso della Moldavia, che fin dai primi giorni dopo l’invasione si è allineata alle posizioni dell’Unione europea e della comunità internazionale nonostante le pressioni russe e l’occupazione militare ormai trentennale della Transnistria, la sua regione orientale, che le truppe di Putin hanno in corso. La Moldavia sta collaborando da diversi anni con l’Unione europea anche in ambito commerciale, energetico e di sicurezza, ed è un paese candidato a diventare membro. Qui la risoluzione che ho presentato in commissione Esteri assieme alla collega Gruppioni per sostenerne gli sforzi per il suo ingresso nell’UE.

 

A Sant’Anna di Stazzema, 79 anni fa, si compì uno dei massacri contro dei civili più violenti durante l’occupazione nazifascista dell’Italia. 560 persone, di cui 140 bambini, uccisi in un atto che – come sarà accertato poi dalla magistratura – fu pianificato nei minimi dettagli. Oggi è luogo di Memoria, di pace, di grande rispetto per le vittime e di grande consapevolezza di dove può arrivare la cattiveria dell’essere umano.