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1. Quando si vede con i propri occhi il dramma della guerra in Ucraina, le parole non bastano a descrivere le sensazioni che si provano. Le stesse che avevo in parte già vissuto un anno fa quando eravamo stati al confine ucraino in Romania incontrando tante famiglie in fuga dalla guerra. In questi giorni siamo stati a Leopoli, Kiev, Bucha, Irpin e poi Odessa. Qui abbiamo visitato la cattedrale della Santa Trasfigurazione presa di mira dai russi assieme a tante altre strutture civili: 170 bombardamenti in cinque giorni. Senza dimenticare il blocco delle navi in partenza con a bordo milioni di tonnellate di grano, con gravissime ripercussioni mondiali.

2. Tanti incontri istituzionali, con la vicepremier Iryna Vereshchuk, diversi ministri e governatori. Ma anche sindaci, professori universitari, medici… Ci hanno raccontato della frustrazione di questi mesi di attacchi: di notte ci si ripara dalle bombe, la mattina si contano i danni, si spostano le macerie e si cerca di rimettere a posto quel che si può. Sono stanchi ma determinati a resistere perché sognano la pace e sanno che solo vincendo questa guerra potranno essere liberi. Ne ho parlato anche in questa intervista all’agenzia di stampa Nova.

3. Un ringraziamento ai nostri connazionali presenti in Ucraina. L’ambasciatore Pierfrancesco Zazo e tutti i diplomatici che ci hanno accompagnato, ma anche i tanti giornalisti inviati di guerra grazie ai quali possiamo avere una informazione autentica e in tempo reale di quello che accade sul campo.

4. Una guerra che coinvolge non solo l’Ucraina. È impressionante il modo in cui la Moldavia sta accogliendo un numero altissimo di profughi, aprendo anche le proprie case. Nella capitale Chisinau abbiamo incontrato il Ministro degli Esteri e il Vicepresidente del Parlamento.

5. Abbiamo ricordato alla Camera oggi Arnaldo Forlani, venuto a mancare qualche giorno fa. Un politico preparato, competente, prudente, riflessivo. È stato un uomo di pace, dedicando parte del suo impegno a promuovere il multilateralismo e nel rapporto con le Nazioni Unite. Con lui se ne va l’ultimo rappresentate di una classe dirigente che ha risollevato l’Italia nel secondo dopoguerra. Qui il video del mio intervento per ricordarlo.

6. Per qualcuno il salario minimo è diventato solo uno slogan. La maggioranza ha chiesto un rinvio della discussione a settembre per provare a trovare una soluzione comune. L’opposizione di sinistra anziché accogliere con favore questa proposta, pretende di votare la legge subito, adesso, sapendo che così sarà probabilmente bocciata. Lo abbiamo visto anche in passato su altri temi, il vero obbiettivo spesso non è arrivare al risultato ma poter scendere in piazza per gridare allo scandalo.


Odessa. Una nonna pulisce dai vetri l’asilo dei nipoti, 140 posti, appena ristrutturato preso di mira dai raid russi.