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Il viaggio dei presidenti di Italia, Francia, Germania a Kiev rappresenta una svolta nel conflitto in Ucraina. Le tre cancellerie più forti d’Europa che si muovono coordinando la propria politica estera per sostenere l’Ucraina, il suo sforzo militare e umanitario e per ricercare una soluzione diplomatica alla crisi è un passo ulteriore verso un’Europa politicamente più unita e che può quindi giocare un ruolo determinante nella crisi.
Ma quella foto sul treno rappresenta qualcosa di più per il nostro Paese. Un tavolo che fino a qualche mese fa sarebbe stato un bilaterale franco-tedesco, è oggi la dimostrazione che con Draghi l’Italia ha riacquistato protagonismo internazionale

Le elezioni legislative francesi di ieri sono un campanello d’allarme. Nulla da recriminare a Macron, che qualche mese fa ha vinto le elezioni battendo un piccolo record (era dai tempi di Chirac che un presidente uscente non veniva riconfermato), ma la dimostrazione che gli estremismi uniti possono essere pericolosi, soprattutto adesso che inizieranno a farsi sentire gli effetti economici e sociali della guerra. Una guerra, che come abbiamo visto, coinvolge il gas, le materie prime, le risorse agricole.

Non c’è tempo da perdere in inutili protagonismi, bisogna dar vita anche in Italia a quello spazio moderato e riformista che già esiste nell’elettorato del nostro Paese. Uno spazio alternativo ai dualismi di Salvini e Meloni da una parte e di Conte e Landini dall’altra.
Legittimo preferire il giustizialismo al garantismo, il reddito di cittadinanza al lavoro, i No ideologici agli investimenti ma non ci chiedano di far parte di questa alleanza…

In un anno sono cambiate molte cose. Un tempo nella Giornata mondiale dei profughi si pensava al Mediterraneo, ai bambini siriani che arrivavano in Europa. Oggi è nei volti delle famiglie ucraine che scappano dalla guerra e di chi le sta accogliendo.
Penso alla Moldavia e alla grande prova di solidarietà che sta dimostrando

In Aula alla Camera abbiamo ricordato Ciriaco De Mita. Qui per riascoltare il mio intervento dedicato ad uno statista che ha lasciato una traccia indelebile nella nostra politica e nella storia del nostro Paese.