Seleziona una pagina

Si è chiuso domenica il primo G20 a guida italiana. Sono orgoglioso che a rappresentare il nostro Paese sia stata una persona autorevole, che non ha bisogno di presentazioni in Europa come Mario Draghi.
Non era un vertice facile, finalmente in presenza dopo la pandemia (bello l’applauso che i leader hanno tributato al personale in prima linea durante l’emergenza) con tanti temi all’ordine del giorno: dalla crisi climatica ai prezzi delle materie prime, dall’Afghanistan ai vaccini per tutti i paesi del mondo.
È Stata anche la prima volta che il G20 ha discusso approfonditamente di parità di genere. Un appuntamento voluto dal nostro governo, a cui ha lavorato molto la ministra Elena Bonetti e che ora diventerà vertice fisso nell’ambito delle riunioni annuali

Si è parlato anche di lotta al virus, una battaglia che non è ancora terminata. Lo dimostra la curva dei contagi che torna a crescere a Trieste dopo le manifestazioni dei giorni scorsi.
Ha ragione il presidente Mattarella quando dice che non possono prevalere i pochi che rumorosamente vogliono imporre teorie antiscientifiche, e per questo è importante che la maggioranza dei cittadini facciano sentire la propria voce. È il caso dell’appello alla mia città, promosso in queste ore, che anche io ho firmato perché Trieste è lavoro, scienza, salute

Settimana scorsa si è interrotto al Senato il percorso del ddl Zan. Un esito che era già scritto dopo che Pd e 5 Stelle hanno scelto di andare alla conta, a scrutinio segreto, pur sapendo di non avere voti sufficienti.
La proposta di legge si poteva approvare. Chiedevamo di cercare una mediazione con la parte dialogante del centrodestra, cosa che anche il segretario del Pd domenica aveva annunciato in tv di voler fare. Hanno preferito farne un manifesto ideologico e cercare l’incidente, quando sarebbe bastato seguire il modello delle unioni civili.
Ne ho parlato anche ad Adnkronos qui e al quotidiano Il Dubbio qui.

Con Il Riformista, invece, ho parlato dell’agenda Draghi e di quanto ci sia bisogno di dare una rappresentanza a chi crede in una politica riformista e moderata nei toni.