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L’Italia è tornata ad essere un modello in Europa.
Non solo su vaccini e gestione della pandemia. È tornata protagonista sui tavoli internazionali grazie alla guida autorevole di Mario Draghi e alla sua politica: riformista, liberale, moderata nei toni e allergica alla demagogia. Il contrario di chi occupava prima Palazzo Chigi e non si arrende all’idea di essere stato mandato a casa.
Un lavoro che non si esaurisce nel 2023 e che per essere portato avanti anche nella prossima legislatura dovrà contare su un campo centrista e riformista, di cui Italia Viva deve far parte. Ne ho parlato questa settimana al Quotidiano Nazionale, ad Adnkronos e a Repubblica

In particolare, ora che si è concluso l’ultimo Consiglio europeo con la partecipazione di Angela Merkel, il nostro Paese è sempre più un punto di riferimento per tutta l’Unione europea come dimostrato dall’elogio che qualche giorno fa il quotidiano francese Le Figaro ha tributato a Draghi

Sulla gestione dell’emergenza, alcuni paesi stanno copiando le nostre misure, ad esempio quella sull’obbligatorietà del green pass, mentre chi non ha corso abbastanza sui vaccini è costretto ora a chiudere o assiste ad una nuova impennata dei contagi.
Purtroppo non tutti nel nostro Paese sono consapevoli che l’Italia si sta muovendo bene. E dispiace vedere nelle piazze contrarie al certificato verde anche tante persone che al grido di “libertà” offendono, minacciano e aggrediscono giornalisti, e chi inventa false malattie per non sottoporsi al tampone

Si torna a parlare di pensioni. Con il 2022 andrà in soffitta anche la sperimentazione di Quota100, una misura che è costata molto e non è andata incontro ai lavoratori più bisognosi, a cominciare da quelli che svolgono mansioni usuranti

Venerdì, assieme ad ANCOT e la Confederazione AEPI abbiamo parlato di semplificazioni, riforme ed in particolare quella del processo tributario.