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Auguri a tutti coloro che oggi sono ripartiti e stanno facendo la fatica di ripensare al loro lavoro, magari con il cruccio della scuola chiusa e dei figli da accudire.

Per quanto mi riguarda ho ben chiara la necessità di fare le cose e farle presto. In queste ore le imprese, i commercianti e i professionisti tirano su, con fatica, le saracinesche. Abbiamo messo dei grandi cerotti ma non basta, servono misure per sbloccare subito gli investimenti e aiutare le famiglie, così duramente colpite da questa emergenza.

Per ripartire servono risorse ma accanto a quelle serve una semplificazione totale della burocrazia. Abbiamo messo in quarantena i nostri diritti possiamo farlo anche con un po’ di obblighi formali. Ne ho parlato nella mia intervista al Quotidiano del Sud (clicca qui) e al Resto del Carlino (clicca qui).
Non voglio essere ripetitivo ma il 28 marzo, Matteo Renzi, con un’intervista su Avvenire, poneva il problema delle riapertura di fare presto e di non farsi trovare impreparati. Le risposte di chi doveva raccogliere l’allarme sono state impacciate. L’Italia riparte solo se siamo tutti dalla parte di chi quel negozio lo deve riaprire, dalla parte di chi ha bisogno di prendere un mezzo pubblico, dalla parte di chi deve andare a lavorare e non sa dove lasciare i figli con la scuola chiusa. L’Italia può e deve ripartire (guarda questo video).

Soddisfatti del decreto rilancio, anche se si può migliorare. ‪Bene il taglio dell’Irap, fortemente voluto da Italia Viva, bene anche le misure di sostegno ad aziende e lavoratori. Buonsenso sulle regolarizzazioni, ne ho parlato nella mia intervista a La Stampa (leggi qui).
Su FCA (la nostra vecchia Fiat) vi dico la mia: sì all’accesso alle misure compensative e di sostengo al credito, perché sono previste dalla legge. Un dibattito poco utile quello di negarli. Garantisce migliaia di posti di lavoronel nostro Paese, sia diretti che indiretti. Dobbiamo incentivare le imprese a stare in Italia, trovarne altre che arrivino, non prenderle a calciMagari potremmo discutere dei nuovi, ennesimi, 3 miliardi di euro che diamo ad Alitalia, che mi sembra un pozzo senza fondo.

Abbiamo festeggiato la Giornata internazionale delle famiglie, che in questi mesi di lockdown hanno fatto grandi sacrifici per rispettare le regole, in contesti non sempre facili, in abitazioni a volte piccole, hanno continuato a svolgere ognuno le proprie attività: chi a studiare e chi a lavorare a distanza. Anche lo Stato dovrà fare la sua parte.

Un pensiero per Ezio Bosso, il pianista che non ha mai smesso di sorridere, un uomo, un grande artista che sapeva emozionare e commuovere. Se n’è andato a soli 48 anni, lasciandoci la sua musica e la sua grande passione.

Voglio ricordare il lavoro della mia collega di gruppo Sofia Amoddio che mi raccontò la storia di Emanuele Scieri, un giovane parà morto in circostanze molto sospette nella caserma di Pisa. Da capogruppo sostenni la sua proposta di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta per far luce su quanto accaduto. Grazie a quel lavoro ci si avvia verso la verità.

Vi ripropongo degli estratti delle mie dirette a L’aria che Tira La7 (clicca qui) e Tgcom24 (clicca qui).