Seleziona una pagina

Comincia un percorso nuovo. C’è una rete di relazioni sociali e umane da ricucire (dopo mesi in cui un vicepremier nonché ministro dell’Interno ha alimentato paure e odio). C’è un Paese da far ripartire, evitando l’aumento dell’Iva, la recessione, rilanciando investimenti e lavoro.
Lo farà una squadra di governo giovane che ha scelto parole d’ordine e un’agenda diverse da quelle degli ultimi 14 mesi.

Oggi in piazza un Salvini dimezzato: da Capitano a caporale di giornata. Nemmeno la manifestazione davanti Montecitorio porta la sua firma, bensì quella di Giorgia Meloni (qui).
Salvini non ha più il suo governo, non ha più il Ministero (torna a casa anche il nutrito staff della comunicazione: qui). Dalla sua rimangono solo le truppe organizzate e qualcuno che offende l’Italia esibendosi in saluti romani.

Ma l’eredità più pesante dell’era Salvini è quella culturale.
14 mesi a soffiare sull’odio verso il diverso… e poi succede che a Cosenza una coppia allontana con un calcio un bambino di 3 anni perché di origine diversa (qui).
O sui social prendono di mira una finalista di Miss Italia perché anche lei nata da genitori stranieri.

Gli insulti corrono sui social. Gli obiettivi preferiti sono spesso le donne.
Questa settimana hanno colpito Teresa Bellanova: una donna tenace, preparata, con una bella storia alle spalle fatta di sacrificio e impegno, dai campi della Puglia (dove giovanissima lavorava come bracciante) fino al governo.

Contro quest’odio, sul sito dei Comitati civici abbiamo anche promosso una petizione online che ti invito a firmare qui.