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Vi scrivo da Ulaambaatur, capitale della Mongolia, prima di imbarcarmi sul volo per l’Italia.
Tre giorni di visita istituzionale con alcuni colleghi per rafforzare la collaborazione politica ed economica tra i nostri due Paesi. Questo è un territorio ricco di grandi opportunità per le imprese italiane, che guarda a noi con molto interesse. Ne abbiamo parlato con alcuni ministri del governo, con la Camera di commercio nazionale e alcune delle aziende che operano nei settori più importanti

 

 

Dal ieri è obbligatorio il green pass sul posto di lavoro. Innegabile che il vaccino abbia salvato migliaia di vite umane e fatto risparmiare all’Italia un nuovo lockdown (un anno fa in questo periodo stavamo già programmando le prime chiusure). Il certificato sarà obbligatorio anche in Parlamento, abbiamo combattuto non poco perché fosse così, e trovo assurdo che qualcuno – molti dei quali eletti al grido “abbasso la casta” – oggi vogliano un esonero speciale

 

 

L’Italia non si è fermata. Nonostante le minacce di bloccare il paese (qui una mia riflessione sul rischio di bloccare il porto di Trieste) venerdì pochissimi disservizi. Si è confermato quanto andiamo dicendo da tempo: i no green pass sono una minoranza rumorosa, la maggior parte degli italiani hanno compreso che quello è l’unico strumento per sconfiggere la pandemia.

Nei giorni scorsi molte manifestazioni, alcune non sempre pacifiche. Penso alle tante aggressioni ai giornalisti (ad esempio alla troupe RAI a Trieste) e all’assalto guidato da Forza Nuova alla sede nazionale della CGIL. Un attacco inaccettabile per il quale sono stati per fortuna emanati subito i primi provvedimenti.
Con Teresa Bellanova siamo stati domenica a portare la solidarietà e vicinanza di Italia Viva al sindacato di Maurizio Landini

 

 

Il governo ha fatto bene a non lasciarsi intimorire dai violenti nelle piazze. Anche in questo Mario Draghi ha dimostrato autorevolezza e determinazione.
Siamo fortunati ad avere una leadership così forte. Lo dice anche il quotidiano tedesco Welt intitolando “il grande come-back dell’Italia” e lo testimonia il modo com il quale ha presieduto il difficile G20 di Roma sull’Afghanistan.