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Scusate per l’assenza di questi giorni. Sono state settimane difficili, anche dal punto di vista emotivo. Non è stato facile spiegare il perché della crisi di governo in piena pandemia, quando la stragrande maggioranza dei commentatori ne leggevano solo la voglia di acquisire qualche poltrona in più da parte nostra.
 Ma non era così, e lo abbiamo dimostrato con i fatti.
Proprio nel momento più difficile c’è bisogno che chi guida il Paese lo sappia fare con decisione e competenza. La preoccupazione era l’inadeguatezza del governo Conte ad affrontare la crisi, a scrivere un progetto per l’utilizzo delle risorse europee credibile, a realizzare rapidamente le cose scritte.

Oggi ci si rende conto che le cose stavano come dicevamo noi, che bisognava cambiare passo. Sindacati e associazioni delle imprese lodano il ripreso dialogo e chiedono discontinuità, i commentatori sottolineano la povertà delle proposte sul Recovery predisposte in precedenza e i mercati finanziari ci premiano con miliardi di minori costi sugli interessi sul debito pubblico e privato (clicca qui).
E il cambio di passo lo abbiamo fatto, grazie anche alla guida del presidente Mattarella (clicca qui) che ha proposto alla presidenza del Consiglio, Mario Draghi (clicca qui) l’italiano più autorevole e competente in circolazione, qualità riconosciute sul piano internazionale, a guida di un governo che abbia la maggioranza più ampia possibile.
Sì, perché in una situazione di emergenza come quella che stiamo attraversando, è indispensabile che partiti che abitualmente si sfidano sappiano lavorare insieme. Lo dicevamo in questi mesi, apprezziamo che oggi finalmente lo si faccia.
Non fa sparire nessuna delle differenze politiche o programmatiche, ma la contingenza mette in primo piano l’interesse dello Stato.

Buon lavoro a tutta la squadra dei ministri (clicca qui) e in particolare ad Elena Bonetti, confermata ministro delle pari opportunità e della Famiglia. Sono sicuro che proseguirà il lavoro sul Family Act con la determinazione e la preparazione che la contraddistingue.

Concludo ricordando Franco Marini, un punto di riferimento per tutti noi. Addio Franco (clicca qui)

E vi saluto con il ricordo delle vittime delle Foibe e dell’esodo. Una strage di innocenti, una triste pagina della nostra storia che non deve essere dimenticata.