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La mia continua adessere una grande preoccupazione sia per l’emergenza sanitaria, tutt’altro che superata, sia per la più grave crisi economica dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Dobbiamo dare risposte agli italiani a cominciare dal piano vaccini, perché non sia un disastro come la campagna di vaccinazione per l’influenza, e su come spendere le risorse del Recovery Fund, per far rialzare rapidamente il nostro Paese.
Ci vuole un cambio di passo del governo che deve essere all’altezza degli interventi straordinari che servono, mi dispiace dirlo ma siamo in ritardo. Siamo in ritardo e continuiamo a fare discussioni inutili come quella dall’unico sapore ideologico sul no al Mes a cui, purtroppo, nemmeno il Presidente del Consiglio si sottrae.
Alcune di queste considerazioni le ho fatte anche nella mia intervista a Il Mattino di oggi (clicca qui) e a Un Giorno da Pecora (clicca qui).
Reputo una follia parlare di nuove tasse di questi tempi. Non serve la patrimoniale, piuttosto bisogna dare incentivi e strumenti alle aziende per investire, evitando così di mandare segnali negativi. Parola chiave: semplificare.
Tutto questo avendo ben chiaro, però, che non si fanno sconti a discapito della salute degli italiani…

Nella situazione di emergenza che stiamo vivendo possiamo dire che l’Italia e gli italiani hanno mostrato il loro lato migliore. A Napoli pizze e polpette solidali mentre da Lecco, la storia di Lucia e Romeo, coniugi quasi novantenni aiutati da un “angelo in divisa” (clicca qui) o Alfonso, infermiere eroe che ha perso la vita per senso del dovere (clicca qui).
Una pandemia che, soprattutto ora, fa registrare molte vittime, una generazione che cerchiamo di proteggere in tutti i modi, i nostri nonni, i nostri genitori. Soprattutto per loro (e non mi stancherò mai di dirlo) ricordiamoci di rispettare le regole, mascherina e distanze possono salvare tante vite.

Nella giornata contro la violenza sulle donne ho ricordato che questo è un problema degli uomini, sono loro quelli che la praticano la violenza, e sono quelli che devono cambiare.
A noi il compito di trasmettere una cultura diversa, a cominciare dalle scuole e dai nostri giovani. Ci insegnano tanto storie come quelle di Bea (clicca qui), Maria Antonietta (clicca qui) e di tutte coloro che hanno violenze fisiche e verbali, umiliazioni e stalking.

Vi ripropongo la mia chiacchierata con i ragazzi del podcast “Il Pub del Lunedì Sera”, giovani che lavorano in tutta Europa. Spunti interessanti e proposte su come l’Italia deve ripartire. Chiudo dando l’addio ad un grande del calcio, un pezzo della storia dello sport del nostro Paese. Ciao Diego, fai buon viaggio.