Bella giornata quella di ieri, con lunghe file ai seggi (qui). Una pagina di democrazia ormai unica nella politica italiana: gli altri decidono il leader chiusi in una stanza o con qualche click, noi facciamo scegliere a 1,8 milioni di persone.
Ha vinto Nicola Zingaretti (qui). A lui auguri di buon lavoro, ne abbiamo bisogno, e grazie a Maurizio Martina e Roberto Giachetti per il loro impegno.
Dibattiti, congressi, confronti, primarie… A Di Maio basta una conferenza stampa per nominarsi capo politico per altri 4 anni: uno vale tutti e gli altri non contano nulla.
Ps: noi rimaniamo legati a politica fatta tra la gente. Domenica le #primariepd, vieni, ne vale la pena pic.twitter.com/H1ml3SLmMJ— Ettore Rosato (@Ettore_Rosato) 27 febbraio 2019
È un voto che vuole essere anche un messaggio per il governo: l’Italia è sempre più ferma e rischia la recessione.
Cresce la disoccupazione tra i giovani (qui), crolla la fiducia delle imprese (qui), arranca il mercato dell’auto, con Fca che minaccia di lasciare l’Italia (qui).
E il governo “dei No” dopo la Tav (qui) spara a caso dal Museo della Shoah di Ferrara (qui) alla Food valley di Parma
Ma Lega e M5S non dicono sempre “No”… questa settimana per esempio si sono astenuti sul Global Compact, lasciando che a decidere la politica dell’Italia fossero Berlusconi e la Meloni.
Un governo che ha paura di scegliere si astiene su #GlobalCompact il trattato Onu sottoscritto da 193 paesi. E così la politica estera dell’Italia la fanno Berlusconi e la Meloni. Lega e 5 stelle non pervenuti pic.twitter.com/q8Wq48WhTi
— Ettore Rosato (@Ettore_Rosato) 28 febbraio 2019
Intanto gli “onesti” si mettono nei guai da soli.
Giulia Sarti si sospende per vicende di rimborsi e false accuse (qui), mentre Di Maio promuove l’amico dai tweet omofobi al Ministero (qui). E poi c’è l’ex Ministro Savona, che prima di lasciare il governo ha avuto un’idea per il suo libro…
Nel frattempo continua il mio viaggio tra le tante realtà del nostro paese… Questa settimana a Massa (qui) e Grosseto (qui).