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Stiamo andando in recessione. Cioè cala la ricchezza complessiva del Paese, cala la produzione industriale, cala l’occupazione.
I motivi sono tanti. Uno di questi è anche il blocco dei cantieri pubblici:
1) la Tav Torino-Lione (leggi qui),
2) l’alta velocità a Firenze (qui),
3) la bretella autostradale nel distretto della ceramica emiliana (qui)
Per citarne solo alcuni.

Ma uno può fare tutto?
Supponiamo per un momento che sia capace (e non lo è), può fare vicepremier, ministro dello sviluppo economico, ministro del lavoro, capo politico dei 5 Stelle? No, non può farlo …potrà al massimo parlare delle cose, prometterle, illudere.
Le crisi aziendali di cui dovrebbe occuparsi tutto il giorno ne sono la dimostrazione. Emblematico il caso Pernigotti (qui). Ve lo ricordate? Quei lavoratori sicuramente sì…
E ve le ricordate le promesse anti casta?
A quanto pare hanno cambiato idea. Ma non solo sui voli di stato, sui condoni fiscali, su quelli edilizi, sulla Tap, ma anche sulle banche…
Sì, sulle banche hanno proprio cambiato idea. Il decreto su Carige che abbiamo votato l’altro giorno è una fotocopia (identico) di quello che abbiamo fatto noi nei casi precedenti.
Maestri di ipocrisia

Nel frattempo, ecco alcuni incontri di questa settimana.
Martedì con il leader del movimento contro la schiavitù in Mauritania, Biram Dah Abeid; e poi (assieme ad alcuni colleghi del Pd) con i rappresentanti venezuelani del Presidente Guaidò.
Giovedì alla presentazione del libro del rabbino Luciano Meir Caro e dello storico Romano Rossi dedicato alla Brigata Ebraica.