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Ne fanno tante di dirette Facebook, Slavini e Di Maio.
Tra i diversi argomenti trattati – fateci caso – non parlano mai di due temi: la disoccupazione e la recessione economica.
Eppure i numeri parlano chiaro: siamo l’unico paese Ocse dove l’occupazione cala (leggi qui), nel III trimestre 2018 il Pil è diminuito (qui) e il decreto Dignità sta lasciando a casa migliaia di persone (qui).

Nel frattempo, le promesse della campagna elettorale vengono dimenticate. L’abolizione della Fornero è diventata una finta Quota 100 mentre il Reddito di cittadinanza è molto diverso da come l’avevano raccontato (vedi qui).
C’è un paese che si è fermato.
E tra le ragioni di questo rallentamento c’è che questo governo ha deciso di non investire sulle infrastrutture. Non c’è solo la TAV Torino-Lione (ne ho parlato qui). Ma tante opere che farebbero la differenza, che renderebbero l’Italia più moderna.
C’è tanta ideologia in quello che fanno. Pregiudizi, ma anche molta convenienza. Come le giravolte sulla Tap, sui condoni (fiscale, edilizio…) e sulle trivelle.
Paladini dell’ambiente a giorni alterni.
Un esempio: dopo aver messo a rischio gli investimenti di FCA in Italia con la “ecotassa” (leggi qui), hanno fatto un altro pasticcio privilegiando stavolta le macchine più inquinanti

La loro propaganda non potrà durare per sempre. Perché prima o poi la verità viene a galla.
Questa settimana a Oxford gli studenti hanno fischiato Beppe Grillo (qui), mentre domenica alle elezioni per il seggio di Cagliari rimasto vuoto dopo le dimissioni dell’assenteista Mura (dei 5 Stelle), il centrosinistra è tornato a vincere (qui).
Benvenuto in Parlamento a Andrea Frailis.